di Rossella Di Palma (DVM – CVA) Specialista in Sanità Animale, Allevamento e Produzioni Zootecniche, Allevamento e Produzioni Zootecniche, Medico Veterinario Esperto in Nutrizione e Dietetica Clinica (FNOVI), Medico Veterinario Esperto in Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese (FNOVI)

Questa è una breve guida per aiutare il proprietario a non farsi trarre d’inganno da un’etichetta uguale appiccicata su due alimenti diversi. Il tipo di alimento per animali domestici più diffuso è il cibo commerciale secco. La sua composizione analitica, cioè quella che vediamo in etichetta, è espressa su sostanza secca, ovvero su tutto ciò che è alimento, tolta l’acqua. In un alimento secco l’acqua è normalmente attorno all’8%. Anche i tenori analitici degli alimenti umidi sono espressi su sostanza secca, il problema è che in questo caso la sostanza secca è molto inferiore, e varia in genere tra il 10% e il 20%. Quindi il 25% di proteine di un mangime secco, è diverso dal 25% di proteine di un mangime umido.

Proviamo a ragionare partendo da un 10% di proteine contenute in una scatoletta (questa è una delle percentuali che si riscontrano normalmente). Questo 10% è riferito al mangime tal quale, che però ha circa l’80% di umidità, il che significa che la sostanza secca è del 20%. Imposto così la proporzione e scopro che 10/20% mi dice che quel mangime contiene ben il 50% di proteine su sostanza secca!

E il 25% di proteine delle crocchette, come diventa su sostanza secca? 25/90 * 100 = 28%. Questo ragionamento è uguale anche per i grassi e per i carboidrati: una cliente, abituata a somministrare una scatoletta con grassi al 5% sul tal quale era perplessa da una dieta casalinga formulata con un 15% di grassi su sostanza secca. Il suo 5%, ricalcolato su sostanza secca arriva a ben il 25% del totale.


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