di Rossella Di Palma (DVM – CVA) Specialista in Sanità Animale, Allevamento e Produzioni Zootecniche, Medico Veterinario Esperto in Nutrizione e Dietetica Clinica (FNOVI), Medico Veterinario Esperto in Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese (FNOVI)

Comprendere tutte le funzioni e le potenzialità della vitamina D è il compito attuale di molti ricercatori, perché sulla vitamina D qualcosa sappiamo, ma non abbastanza.

Sappiamo, per certo, che nel cane e nel gatto la sintesi “cutanea” della vitamina D3 a partire dal colesterolo – stimolata dai raggi solari – è scarsa e, pertanto, la dobbiamo integrare nella dieta.  Questo significa, in parole povere, integratore multivitaminico, determinate frattaglie o porzioni strutturate su pesce ricco in vitamina D.

Spesso, purtroppo, assistiamo a diete casalinghe auto-formulate dal proprietario in cui non è prevista l’integrazione di vitamina D, né di calcio: si tratta di diete carenziali, addirittura devastanti nei cuccioli. D’altra parte, c’è anche la mania di sostituire l’olio di pesce generico con l’olio di fegato di merluzzo. L’olio di fegato di merluzzo è ricchissimo in vitamina D e, proprio per questo non va bene. La vitamina D, a differenza di vitamine idrosolubili come quelle del gruppo B, si accumula nell’organismo e, se è eccessiva può dare fenomeni di tossicità. Prima di scegliere un integratore mirato a far salire i livelli di vitamina D, occorre dosare, e poi monitorare, i livelli di tale sostanza a livello ematico. È sbagliato integrare la vitamina D alla cieca.

Chiusa questa parentesi, oggi sappiamo che la vitamina D ha un ruolo importante nel dare supporto al sistema immunitario. Può aiutarlo a difendere l’organismo dai patogeni, ma anche nel contrastare lo sviluppo di neoplasie.

Per chi, come me, ha spesso a che fare con pazienti enteropatici cronici la vitamina D diventa ancora più interessante e… misteriosa, perché come ho già scritto sappiamo, ma non sappiamo abbastanza.  Stanno infatti uscendo articoli scientifici, a loro volta risultati di studi, secondo i quali bassi livelli di vitamina D sarebbero associati uno stato infiammatorio del tratto gastroenterico e, addirittura, a uno stato infiammatorio generalizzato. Gli enteropatici cronici, soggetti a disbiosi cronica, potrebbero essere carenti di vitamina D a causa di un malassorbimento ma, la carenza, a sua volta potrebbe complicare lo stato infiammatorio cronico complicando a sua volta la gestione della disbiosi, ricordiamoci che la vitamina D sembra avere un ruolo nella regolazione del sistema immunitario.

Titmarsh et al. (2015) Low vitamin D status is associated with systemic and gastrointestinal inflammation in dogs with a chronic enteropathy, https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0137377

Titmarsh et al. (2015), Association of vitamin D status and clinical outcome in dogs with a chronic enteropathy, https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jvim.13603


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