di Rossella Di Palma (DVM – CVA) Specialista, in Sanità Animale, Allevamento e Produzioni Zootecniche, Medico Veterinario Esperto in Nutrizione e Dietetica Clinica (FNOVI), Medico Veterinario Esperto in Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese (FNOVI)

Qualche giorno fa abbiamo rifatto le analisi a Neve, la micia diabetica in dieta: valori di tiroide e fegato alterati ma… glicemia perfetta! Insomma, la dieta è riuscita a mandare in remissione il diabete, adesso ci occuperemo del resto, ma la dieta ha funzionato.La dieta di Neve, al momento è costruita su proteine e grassi. Eppure, il gatto, sebbene carnivoro stretto (il cane è un carnivoro adattato) possiede le amilasi, enzimi che esistono per digerire gli amidi, ovvero i carboidrati. Sì però… Resta un carnivoro, con una fisiologia e dei processi digestivi tutti suoi, poco efficienti nella digestione degli amidi.Che il gatto sia un carnivoro lo sanno benissimo anche le aziende mangimistiche che, però, oltre al cibo umido ci propongono anche il cibo secco, un articolo le cui tecnologie produttive impongono la presenza di una buona quota di amidi. Quindi… essendo il gatto un carnivoro, essendo il diabete che lo affligge generalmente molto responsivo al diabete… sono le crocchette a provocargli il diabete? Nì. Non possiamo affermare nulla di simile, non ci sono dati scientifici, possiamo però provare a capire cosa succede quando il gatto mangia carboidrati.Hewson-Hughes et al. (2011) hanno studiato glicemia e insulinemia dopo l’ingestione di carboidrati nel gatto e nel cane (The effect of dietary starch level on postprandial glucose and insulin concentrations in cats and dogs, British Journal of Nutrition, 106: 1).

Sono stati somministrati pasti contenenti il 10%, il 23% e il 33% di carboidrati (le tre curve nel grafico). Nel cane la glicemia sale, ma non eccessivamente. Sale anche l’insulinemia dopo i pasti, ma scende dopo 4-5 ore. Nel gatto invece la glicemia sale (e parecchio) per un periodo molto più lungo (fino a 19 ore). Anche l’insulina rimane altissima, il che è quello che normalmente ci si aspetta da un carnivoro: sono animali creati per essere insulino-resistenti, ovvero non vanno in ipoglicemia neanche dopo ore di digiuno perché devono essere in condizioni fisiche tali per poter continuare a cacciare.Concludendo, il gatto è un animale soggetto a insulino-resistenza e l’insulino resistenza può portare allo sviluppo di diabete di tipo II.


0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *