di Caterina Pandolfi

Ho chiesto ad alcuni proprietari di soggetti affetti da patologie croniche di condividere la loro esperienza, in modo da poter indirettamente supportare altri proprietari che stanno vivendo la medesima situazone. Apriamo la serie con la storia di Moor, working labrador retriever (RDP).

Due anni fa è arrivata Moor, e da quando aveva 4 mesi conviviamo con la sua enteropatia cronica assistiti da veterinari e specialisti che l’hanno seguita in tutto il suo percorso fino ad oggi. Questo è quello che abbiamo imparato lungo la strada:

–  Gestire l’ansia e la preoccupazione nel vedere il cane stare molto male, magari per diversi giorni, o settimane. L’ansia e il panico non aiutano, né noi, né loro che hanno già il malessere fisico da gestire e meritano in quei momenti un referente lucido per prendere tempestivamente provvedimenti quando necessario. Il proprietario deve essere in grado trasmettergli calma e tranquillità con un atteggiamento positivo. Quando sono cuccioli, piangono per le coliche, sono sfiniti dalle scariche notturne e dalla disidratazione, non è facile fare i conti con la nostra emotività, ma si migliora.

– Smettere di ragionare in termini di perfezione, ma perseguire come obiettivo la migliore qualità di vita per quel cane in quel momento. Fare riferimento ai cani che non hanno una malattia cronica come metro di giudizio, convincersi che è guarito durante un periodo di remissione particolarmente lungo, sperare in fondo in fondo che il problema un giorno sparirà, sono tutti pensieri e meccanismi che abbiamo attraversato, ma che non funzionano. Alla fine, abbiamo dovuto prendere atto del dato di realtà, accettarlo e maturare la consapevolezza di stare facendo il meglio per darle una buona vita anche se non è, né sarà, come quella di altri cani che non hanno questo problema.

– Ridimensionare le nostre aspettative e i nostri desideri per trovare il compromesso che fosse funzionale al suo benessere. Eticamente credo sia dovuto a tutti i cani con cui scegliamo di vivere, ma quando hai un cane che somatizza arrivando a inficiare pesantemente il suo stato di salute inizi a ragionare, soppesare e valutare in maniera molto più attenta la routine quotidiana e straordinaria per adattarla ai suoi limiti e alle sue possibilità. E quando lo vedi stare bene e felice poco importa se non state facendo la preparazione sportiva che speravi di fare insieme, non sei andato in vacanza al mare come facevi con gli altri cani, o le passeggiate con l’amica e i suoi cani sono l’eccezione e non la regola, con l’amica puoi sempre andare a fare l’aperitivo.

–  Rinunciare all’idea della soluzione miracolosa che duri per sempre. Quando siamo andati a fare la gastro-colonscopia in cuor nostro speravamo in una diagnosi non nefasta e di tornare a casa con la prescrizione delle crocche formulate ad hoc che sembravano risolvere tutti i problemi di tutti i cani. Da otto mesi stavamo facendo la dieta per enteropatici con alti e bassi, eravamo sfiniti da brutta crisi che durava da due mesi e l’unica cosa che volevamo era sentirci dire dallo specialista “date queste e da domani starà bene e non dovrete più preoccuparvi”. Il gastroenterologo invece ci consigliò di tentare ancora con la dieta fresca e tenere l’alimentazione industriale come ultima spiaggia perché non permetteva di adeguare ingredienti e percentuali al fabbisogno specifico e non vi era certezza fossero la soluzione giusta per lei.

Moor

– Conoscere gli alimenti, le loro potenzialità e criticità. La dieta casalinga apre a un mondo di possibilità, non si tratta solo di ricevere complimenti per il pelo lucido o la muscolatura, ma di poter scegliere l’alimento più digeribile ed eventualmente cuocerlo se è la digestione che sta funzionando male in quel momento, giocare con le percentuali di fibre se si presenta la colite, semplificare la dieta al minimo nei momenti di crisi per aiutarla ad uscirne più in fretta, inserire il carboidrato nei periodi di maggior attività per sostenerla o il grasso più utile a farle recuperare o prendere peso dopo una parassitosi, o integrare in caso di allergia stagionale o calore.

Mi viene da dire questo sull’enteropatia. Forse aggiungerei di fregarsene dei consigli non richiesti e dei giudizi da parte di persone che non sono i professionisti che seguono il cane perché sono deleteri, piuttosto imparare a fidarsi della conoscenza che si è maturata vivendoci ogni giorno e del sesto senso che dopo un po’ affini. Accettarsi e perdonarsi anche quando si pensa di non farcela, ci si domanda chi me l’ha fatto fare, si vorrebbe non avere questa responsabilità sulle spalle, perché il giorno dopo ci si sveglia e si ricomincia a combattere, e soprattutto il dogma della persona “sempre performante che non ha mai un cedimento” andrebbe scardinato per farci stare meglio tutti.


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