di Rossella Di Palma (DVM – CVA) Specialista in Sanità Animale, Allevamento e Produzioni Zootecniche, Medico Veterinario Esperto in Nutrizione e Dietetica Clinica (FNOVI), Medico Veterinario Esperto in Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese (FNOVI)
Tra i cibi da non dividere con il nostro cane c’è l’uva. In tutte le sue versioni.
Sia essa bianca, nera, rossa, o più semplicemente uvetta, il frutto della vite, al nostro cane, può riservarce brutte sorprese. I meccanismi che rendono l’uva tossica – e a volte addirittura letale – per il cane non sono del tutto chiari. Si ipotizza che i responsabili della tossicità siano muffe e funghi, produttori di micotossine.
Il manuale Merck di medicina veterinaria spiega che il danno principale ad opera dell’uva avviene a livello renale e che l’eventuale insufficienza renale si sviluppa entro 72 ore dall’ingestione di uva, o uvetta passa.
La dose tossica non è stata determinata, molto probabilmente è legata a legata a forme di sensibilità individuali. In letteratura, tuttavia, vengono riportati casi di avvelenamento in cani di 8kg che avevano ingerito soltanto 4 o 5 acini di uva.
Non tutti i proprietari sono disposti a crederci, voglio per questo riportare la mia piccola testimonianza: relativa a una cucciolona di 5 mesi giunta in una clinica con cui collaboro. Era in pessime condizioni, questo a causa dell’ingestione di un quantitativo imprecisato di uva. Come stava? Si è presentata con letargia, vomito, diarrea, tremori, scialorrea (cane che sbava) e crampi addominali. Essendo passato troppo tempo dall’ingestione, si è sceltodi indurre il vomito e i colleghi l’hanno messa sotto fluidoterapia ricoverandola in struttura. Occorre infatti ricordare che non esistono antidoti specifici per l’avvelenamento da uva.
Se il vostro cane ingerisce accidentalmente uva rivolgetevi a un veterinario e ricordate che l’esordio della sintomatologia può avvenire anche a distanza di 24/48 ore dall’ingestione degli acini.
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