Medicina integrata è una definizione emergente che sta gradualmente soppiantando quelle di medicina alternativa e di medicina complementare. Perché si sta iniziando a chiamare la stessa cosa in maniera diversa? Perché stiamo assistendo ad un cambiamento: gran parte degli approcci terapeutici un tempo definiti “alternativi” hanno pian piano smesso di contrapporsi alla medicina allopatica e hanno dapprima iniziato ad accompagnarla, da cui la definizione di complementare, e, successivamente hanno iniziato ad integrarsi ad essa.

La parola integrata sta inoltre a significare l’intenzione di prendere in considerazione il paziente, sia esso umano o animale, nella sua interezza. Lo scopo della medicina integrata non è quello di sopprimere i sintomi, bensì di puntare ad ottimizzare il benessere dell’animale favorendone la guarigione, incentivando, quando necessario, le capacità di auto-guarigione. Il fine della medicina è integrata è quindi quello di ripristinare armonia e equilibrio all’interno di un organismo vivente.

Un medico veterinario che pratica medicina integrata ha una visione d’insieme dell’animale e è consapevole che una condizione di salute ottimale è il frutto della perfetta armonia tra corpo, mente e spirito. All’interno di questa visione olistica vengono ritenute importanti anche le influenze delle energie e dell’ambiente circostante. Tutto ciò che sta attorno a noi e ai nostri animali può condizionare il nostro stato di salute e di benessere.

Il termine medicina integrata raduna, sotto il suo ombrello, diversi approcci terapeutici che possono essere suddivisi in macrocategorie: pratiche basate sulla relazione mente-corpo (come yoga e meditazione, usate in medicina umana, più che in medicina veterinaria dove si può comunque lavorare in maniera simile con tecniche di educazione); pratiche basate sull’energia (reiki, il TTouch, l’agopuntura, la laserterapia…); pratiche manuali (massaggi, osteopatia, chiropratica…); pratiche basate sulla biologia (nutrizione, integratori, fitoterapia, aromaterapia…) e, infine, dei veri e propri sistemi terapeutici come la medicina tradizionale cinese, l’ayruveda e l’omeopatia.

Nella pratica della medicina integrata l’animale e il suo benessere vengono messi al centro e si chiede al proprietario di diventare parte attiva del processo terapeutico. Il proprietario che sceglie di utilizzare la medicina integrata sul suo animale deve avere un atteggiamento proattivo ed essere pronto ad impegnarsi in prima persona interagendo con il veterinario per migliorare lo stato di salute e di benessere dell’animale.

Quali sono i principali campi di applicazione della medicina integrata?

Si può fare ricorso alla medicina integrata ogni qualvolta si decida di migliorare lo stato di salute e di benessere del proprio animale. In medicina veterinaria si fa spesso ricorso alla medicina integrata quando l’animale è anziano e affetto da patologie croniche ma non sono questi gli unici ambiti di azione. La medicina integrata può quasi sempre fare da sostegno alle terapie “ufficiali” agendo in maniera sinergica o, addirittura, essere usata a singolo quando la medicina ufficiale non è in grado di offrire proposte.